
Tutti sappiamo chi era Robert Johnson e tutti conosciamo la leggenda in cui vendette l’anima al demonio in cambio del talento come chitarrista, una storia così bella che vorrei convincermi essere reale. In verità la fortuna di Robert Johnson fu di trovarsi nel momento giusto all’incrocio giusto. Indubbiamente un musicista straordinario che nacque dopo l’avvento di Thomas Alva Edison e della sua meravigliosa invenzione: il fonografo. Infatti solo dopo il 1876 fu possibile registrare e riprodurre suoni da lasciare ai posteri. Il fonografo rivoluzionò completamente la cultura e soprattutto il mondo musicale: fino a poco più di un secolo fa chi si occupava di musica che non fosse quella che esce tutt’oggi dai conservatori, era considerato poco più di un reietto, ma la possibilità di riprodurre suoni stravolse completamente le gerarchie e trasformò i musicisti in autentiche celebrità.
Quindi grazie Edison (anche se sarò sempre del team Tesla), grazie Bobby Johnson per essere sceso a patti con il diavolo e sì, grazie anche a tutti quei tecnici/addetti ai lavori che all’inizio del Novecento giravano gli Stati Uniti alla ricerca di qualche incredibile talento musicale da in incidere sui 78 giri.

È qui che inizia la storia che mi piacerebbe raccontare. È una storia che comincia nel 1927 e termina approssimativamente nei primi anni ’30 nel Sud degli Stati Uniti. A quei tempi ben sette etichette discografiche (Okeh, Columbia, Brunswick, Vocalion, Genett, Victor e Paramount) scandagliavano il sud del paese alla ricerca di nuovi talenti da far registrare in studi improvvisati nelle piccole cittadine, ed è proprio in quegli anni che il blues venne riconosciuto e portò attenzione e interesse su di sé.
Nella contea di Sunflower, nel bel mezzo del Delta del Mississippi, visse un chitarrista di nome Charley Patton che venne insignito dell’altissima onorificenza di “Padrino del Delta Blues”. Patton è considerato il primo professionista vero e proprio di questo genere musicale che tanto determinerà tutta la musica a venire.
Il Delta Blues è una musica fortemente istintiva che riflette la situazione d’isolamento sociale della comunità afroamericana, l’ostilità dell’ambiente e le difficoltà psicologiche e pratiche della sopravvivenza; prende il nome dal delta del Mississippi ed in particolare fa riferimento, partendo da Memphis a nord, ad una regione compresa tra il fiume Mississippi e il fiume Yazoo. Il blues del delta è uno dei primi, se non il primissimo stile di blues ad oggi ricordato. Chitarra e voce sono gli elementi principali di questa musica rurale in cui sembrano presenti elementi della tradizione africana e a cui fanno capo Son House, Skip James, John Lee Hooker, Muddy Waters, Mississippi Fred McDowell, Sonny Boy Williamson II,… solo per citarne alcuni. Nel Delta Blues emergono nuove tecniche esecutive assolutamente originali e innovative come il bending, l’utilizzo del bottleneck e il fingerpicking.

Charley Patton nacque probabilmente nel 1891 nella contea di Hinds poco più a sud di Indianola, dove morì nell’aprile del 1934. Influenzato fortemente da Henry Sloan, Patton influenzò a sua volta giovani musicisti con cui entrò in contatto: su tutti Howlin’ Wolf. Charley fu un intrattenitore a tutto tondo, durante le sue esibizioni era sempre pronto alla battuta e in grado di esaudire ogni richiesta del pubblico che si trovava di fronte grazie al suo vastissimo repertorio che spaziava dal blues al country, dall’hillbilly a tutta la musica nera e bianca da ballo.
Charley Patton, a differenza del sopracitato Robert Johnson, fu estremamente popolare in vita, ed fu in grado di creare attorno a sé un pubblico di fan che si spostavano per assistere alle sue esibizioni, un vero e proprio uomo di spettacolo, una sorta di odierna rockstar. Infatti, anziché vagabondare per il paese come all’epoca era d’uso agli altri bluesmen, Patton si esibiva in eventi prestabiliti nelle piantagioni e nelle bettole cambiando anche le regole della fruizione live degli ascoltatori e tracciando una nuova via per tutta la musica del secolo appena iniziato.

Nel 1927 gli Stati Uniti furono vittima di quella che sarebbe stata considerata la più grande alluvione mai registrata. A partire già dall’anno precedente precipitazioni intense si riversarono sopra gli affluenti del grande fiume Mississippi. Lungo il suo corso gli argini saltarono e morirono 247 persone. Charley restò fortemente colpito da questo avvenimento e registrò, nel 1929 per la Paramount, una delle canzoni più belle mai incise. Come un fiume in piena che rompe gli argini, il blues del delta inondò, plasmando significativamente, tutta la musica che sarebbe nata in seguito. Lode a te Charley Patton.
Backwater at Blytheville, backed up all around
(High Water Everywhere, Part II)
Backwater at Blytheville, done took Joiner town
It was fifty families and children come to sink and drown
The water was risin’ up at my friend’s door
The water was risin’ up at my friend’s door
The man said to his women folk, “Lord, we’d better go”
The water was risin’, got up in my bed
Lord, the water was rollin’, got up to my bed
I thought I would take a trip, Lord, out on the big ice sled
Oh, I can hear, Lord, Lord, water upon my door
You know what I mean, look-a here
I hear the ice, Lord, Lord, was sinkin’ down
I couldn’t get no boats there, Marion City gone down
So high the water was risin’ our men sinkin’ down
Man, the water was risin’ at places all around
Boy, they’s all around
It was fifty men and children come to sink and drown
Oh, Lordy, women and grown men drown
Oh, women and children sinkin’ down
Lord, have mercy
I couldn’t see nobody’s home and wasn’t no one to be found.